Un altro trasloco. Ebbe si!!! Un altro trasloco. Avevo sempre saputo che questa casa non sarebbe mai stata la mia ultima abitazione, in fin dei conti, anche qui sono in affitto ma speravo di poterci restare un po’ più a lungo delle altre e invece, nulla…..devo cambiare di nuovo. La vita è proprio strana. Tu credi di poter decidere come andrà il tuo destino e invece, succede qualcosa che sconvolge i tuoi piani.
Pazienza. Ormai ci sono abituata. Aggiungerò la nuova casa alla mia lunga lista. Lei avrà l’onore di essere la diciottesima casa che cambio in 42 anni di vita. Avevo sperato che quest’anno, sarei riuscita a fermarmi definitivamente in un posto. Ho provato in tutti i modi ad acquistarne una e interrompere la lunga scia di case in affitto ma come sempre, il destino aveva altri progetti per me e io, mi rimbocco le maniche e inizio di nuovo a preparare scatoloni. Anche se ammetto che ormai, sono circa una decina di anni, che alcuni scatoloni me li porto sempre dietro ancora chiusi. Non ho più voglia di togliere quegli oggetti dalla scatola e trovargli posto in casa, tanto, dopo qualche anno li devo riporre e quindi, li lascio li. Così sono già pronti per il prossimo viaggio.
Però, ammetto che ogni tanto, apro qualcuna di quelle scatole e guardo il contenuto. Mi riporta indietro nel tempo, a dei momenti belli e tristi, particolari ed emozionanti e mi ricordano le case in cui ho vissuto. Sono dei piccoli tesori. Per sicurezza, li terrò nelle scatole anche in questa nuova casa, tanto abbiamo già deciso che al massimo ci staremo 3 o 4 anni, sempre destino permettendo, perché poi, magari, lui ci mette nuovamente lo zampino e restiamo di più o veniamo via prima. Chi lo sa!!! Nella mia vita, ogni cosa non è mai stata sicura.
Ma credo che sia giunto il momento di spiegarvi il perché delle mie diciassette case e di come è arrivata la diciottesima. Forse è meglio che parta dall’inizio. Non vi preoccupate, non vi annoierò con tristi storie strappalacrime (no, non è vero, qualcuna ci sarà sicuramente, in fin dei conti, anche le storie tristi, fanno parte della mia vita) anzi, ammetto che ne ho combinate parecchie nella mia breve vita (breve perché se qualcuno guarda giù, spero di averne ancora una quarantina da vivere) e ho conosciuto molte persone interessanti e ognuna di loro mi ha insegnato qualcosa e io ho lasciato qualcosa in ognuna di loro. Sarà un viaggio particolare, fatto di sogni, emozioni, sbagli, rimpianti e soprattutto diciassette case.
INIZIAMO:
non posso non iniziare con la mia prima casa. E’ vero che non ne ricordo praticamente nulla perché ero in fasce ma dai racconti di mia madre, era una piccola e graziosa casa di ringhiera dentro ad un cortile. Considerate che era l’anno 1977. Non so esattamente quanto ci abbiamo vissuto ma se non erro, non più di un anno perché poi ha preso fuoco e abbiamo dovuto spostarci. Incredibile come sin da piccola, il destino aveva già iniziato a metterci lo zampino
- MA CHE CI STO A FARE IO QUI? - 21 Luglio, 2020
- UN ALTRO TRASLOCO - 21 Luglio, 2020
Ciao @raffaiaia, questo raccono sembra quasi una pagina di diario con un bello sfogo. Ti do dei consigli per rendere questo scritto meno “diario personale” e più “racconto”.
La struttura del testo andrebbe capovolta: perché non iniziare con il racconto della prima casa, per poi approfondire, raccontando dei tanti traslochi?
Potresti addirittura pensare di scrivere un mini raccontino per ogni casa che hai abitato, anche cambiando protagonista, usando la terza persona… insomma: sperimentando un po’.
Probabilmente questo testo è estrapolato da uno più lungo, ma avresti dovuto rielaborarlo per rientrare nelle 3600 battute dell’esercizio: è una pratica che ti aiuta a lavorare sulle varie forme del testo e dello stile. Così purtroppo sembra un testo tronco e non si riesce ad apprezzare.
Fai attenzione all’uso della punteggiatura e all’articolazione delle frasi, alcune ricalcano un po’ troppo il parlato.
Mi piace molto quando ti rivolgi ai lettori, è un espediente narrativo efficace, fanne buon uso, non esagerare.
Aspetto il continuo del racconto!
Ciao grazie per i consigli. Ne terrò conto per il futuro. Il testo non l’ho estrapolato perchè l’ho scritto di getto per rispondere alla richiesta del compito, volutamente fatto in prima persona e volevo che sembrasse proprio un diario. Avevo letto diversi libri che mantengono la struttura “diario” è mi è sempre piaciuta molto. Anche le parole usate come se stessi parlando direttamente con una persona davanti a me, sono volute, come la prima persona. Inoltre, non ho guardato esattamente le parole richieste nell’esercizio, in questo credo di aver sbagliato. Ho scritto di getto e ho voluto fermarmi li per lasciare una curiosità. Se magari un giorno, lo vorrò finire, rileggerò i tuoi consigli. Grazie ancora. Ciao