Ascolta,
è il rumore di un palco abbandonato,
è il dolcissimo di chi non c’è,
e si commuove,
per qualcosa che io non ho mai recitato,
Sorridi,
di un pensiero che non ti ho rivelato,
ma conosci ogni quando il mio cuore rallenta,
per sentire se il tuo batte ancora,
e poi cerca qualcosa che sa ma non trova.
Ricorda,
i pensieri che mai io ti ho detto
e poi canta a memoria le parole che ho scritte per altre,
cercando ogni notte qualcosa,
che non scrisse in vent’anni di parole
e che adesso dirò a qualcun altra,
perché tu possa vivere lontano da me,
ed io..
Sarà solo un ritratto scritto a memoria,
a lasciare accesa un luce,
che altro che non è che una parola repressa, nel vero,
ma che diventa sacro fuoco sul palco
e respiro sul diario galeotto di una fuga.
Eterni nelle parole stracciate perché nessuno le legga
e urlate per la prima nella prima di un’opera,
scritta per te e per te morta,
da nessuno udita ma da tutti sentita,
intensa e breve come un palpito,
l’ultimo palpito,
di chi una sera scoprirà di essere solo,
con un fuoco che
ascolta,
sorridendo,
ricordando,
sussurrando:
“baciami ancora”
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