Ormai era diventato un rito quel ritrovo di canottieri. Venivano insieme ad amici e conoscenti per stare tutti in compagnia, consumare del buon cibo e, soprattutto, buon vino!
Alphonsine apprezzava quei momenti e adorava osservare i presenti, ascoltare curiosa le loro storie e immergersi nelle vite degli altri.
Stava spesso appoggiata alla balaustra della veranda, in quel modo aveva un’ottima visuale dei presenti e, quel giorno, furono due di loro in particolare ad attirare la sua attenzione: Angèle e Gustave, seduti una davanti all’altra presi in una divertente discussione. Non sentiva di preciso di cosa parlavano ma andava bene così, lei osservava i gesti e i loro sguardi perché sapeva che Angèle aveva una debole per Gustave e non si lasciava mai scappare l’occasione di stargli seduta accanto o coinvolgerlo in qualche discorso.
Ai suoi occhi era altrettanto chiaro che Antonio invece avesse un certo interesse per Angèle anche se lei non lo degnava neanche di una parola, troppo presa a sfoggiare il suo bel sorriso al canottiere.
Alphonsine era così, un’osservatrice silenziosa che, attraverso i suoi occhi partecipava silenziosamente e fantasticando un po’ sul futuro degli altri.
Ma cosa sarebbe successo se qualcuno avesse iniziato a osservare lei? Cosa avrebbe visto? Se l’era chiesto, ogni tanto. Magari proprio il buon Raoul che sedeva di fronte e le parlava gentilmente, sperando di attirare almeno in parte la sua attenzione.
Non che ne fosse innamorato, quanto più incuriosito dall’intensità dello sguardo della giovane che, di tanto in tanto, sorrideva rivolta verso un interlocutore inesistente.
Raoul pensava a lei come a un girasole che, invece del sole, insegue gli animi delle persone. A ben vedere forse un po’ innamorato lo era ma non l’avrebbe detto, temeva di infrangere la peculiare aura della ragazza che, nuovamente, sorrideva all’ignoto.
Alphonsine non distoglieva mai lo sguardo, anche quando veniva sorpresa dai diretti interessati lei si limitava a sorridere con la leggerezza della sua gioventù.
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Ciao @alealthea, mi piace che tu abbia incentrato questo racconto per immagini proprio sugli sguardi dei personaggi, sguardi che a volte si incrociano, ma più spesso si intersecano senza incastrarsi.
Dato che parliamo di prospettive diverse, scriverei qualche altra riga su questi sguardi e su cosa vedono: personalmente sono stata incuriosita dal rapporto, forse solo immaginato in un battito di ciglia, tra Alphonsine e Raoul.
Perché non ci giochi un altro po’? Potresti far girare lo sguardo di Alphonsine attorno, su altri soggetti, per poi tornare su Raoul, con nuovi esiti.
Insomma: c’è un buono spunto, lavoraci su!