Guardandoli in foto avevo capito. Ci si riconosce negli sguardi. Ma è un riconoscimento vicendevole. Chi non ha la nostra ‘forma mentis’ difficilmente può capire. Ma faccio un passo indietro. Tempo fa mi sono imbattuto in una strana ricerca in Internet. Stavo preparando delle slide per erogare un corso sulla comunicazione a dei preposti. Cercavo in rete delle immagini forti e una traccia da seguire. Di solito poi mi perdo nei meandri della rete. Faccio connessioni insensate tra le cose più assurde. Digressione – da piccolo quando non riuscivo a dormire cercavo di ricordare come ero giunto ad un immagine mentale: avete presente il bersaglio della settimana enigmistica? Proprio così. Con l’era di internet ho mutato questo mio tarlo in ricerche infinite. Fine della digressione. Cercando quindi un solco nella comunicazione, ho aggiunto alla ricerca il termine ‘ritmo’. Poi mi sono perso. I miei occhi sono stati ipnotizzati dalla parola editoria digitale. WOW (credo si scriva così). Leggo il post, vado sul sito, torno sul blog. Uno, due, tre volte. Poi finisco la mia presentazione sulla comunicazione. Passa qualche giorno. Mi ricordo durante un ennesima ricerca di quei post. Vediamo se trovo ancora qualcosa di interessante. Crowdfunding. Leggo mi informo. Che coraggio. E allora prendo coraggio anche io, li contatto. Così oggi 26/09/2017, a Roma inizialmente per altri motivi, li riconosco subito. Devo ammettere che sono tutti e tre fotogenici; non potevo sbagliare.
Sono imbarazzatissimo e quando accade comincio a sudare. Per fortuna le luci sono basse. Ma poi pian piano ci mettiamo a nostro agio. Bastano le parole, i racconti, l’amore per i libri e la scrittura. Di ogni forma. E così passiamo da Auster a Grossman e ancora da Miodownik (La sostanza delle cose) a Federico Buffa (si proprio lui, che ha fatto dello storytelling un arte). Ci perdiamo. Mi rendo conto che parlo troppo, perdonatemi. Ma non sono io. Scusatemi ancora. E poi le mappe e l’accento bolognese. Il lago di Bracciano e il teatro. I fumetti e la letteratura dell’800. La nebbia e le moleskine. Ed un salotto ad accoglierci. L’imbarazzo si dirada ma sono ancora troppo teso. Per fortuna finalmente le distanze si accorciano. Parliamo dei personaggi, di come nascono, di come assumono spessore, di come inevitabilmente siamo influenzati dalla nostra infanzia. E così scopro che ad otto anni l’Odissea può cambiarti la vita e ricordo i ragazzi della via Pal. Evitiamo gli spoiler, anche se qualcosa sfugge. Ho troncato molte frasi a metà per l’emozione, non sono riuscito ad esprimere tutto quello che mi passava per la testa. Le parole, in alcuni casi sono più bravo a scriverle. Ma ritorno alla metro, stazione Piramide con una certezza. Ho fatto la mossa giusta. E adesso voglio godermela fino in fondo.
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Aw <3