Siamo i poeti metropolitani
siamo randagi ben più dei cani
siamo sconvolti semidistrutti
ai nostri amici parliamo coi rutti
se abbiamo studiato amiamo Baudelaire
ma i libri li usiam per pulirci il seder
schifateci gente sentitevi scaltri
non saprete mai quanto schifiamo voialtri
La luce del sole ci fa inorridire
metallo pesante ci piace sentire
l’unica nostra preoccupazione
è di avere del posto per un altra iniezione
Le piste si sprecano qui sotto da noi
la gente si accalca per i corridoi
Il caldo ci opprime perciò quando è notte
usciam dai cunicoli delle nostre grotte
Di tempo per scrivere ce n’è in abbondanza
esprimere il vomito a ritmo di danza
la spada da uno il pennino che usiamo
una vena il calamo dove attingiamo
Mai useremo penne o matite
non portano il marchio della nostra epatite
quale messaggio riusciamo porti
se ci consideri peggio e morti
da Idillio d’asfalto Carlo Maria Ambrosiana – Milano, 1980
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