Osserva il curriculum, è scarno lo so, ma meglio essere onesti. Vedo che ha fatto il liceo, non ha conseguito un titolo? domanda il responsabile delle risorse. Vorrei rispondere che abbiamo la stessa laurea ma da buono psicologo mento. Essere laureati non aiuta. No, dico, ho conseguito un attestato di antennista con un corso serale. Chiede di esperienze pregresse. “Non ha scritto molto, vedo che ha 38 anni”. Elettricista a nero, posso dirlo? Desisto. Mi vien fuori: me la cavo con la corrente, aiutavo mio padre, era elettrauto. Non ci crede e si vede. La lampadina non si accende. Aggiungo: ho lavorato in un centro commerciale! Di cosa mi occupavo? curioso. Ero il dog-sitter delle casalinghe che facevano la spesa – ma rispondo customer satisfaction, fa più 2.0. Quindi si occupava di sistemi di gestione? Certo, gestivo le feci dei cani – penso. Certo gestivo la proprietà del cliente – dico. Non si accontenta. Unica esperienza? No, gli autunni vendemmiavo e raccoglievo le olive! Mi sono occupato anche di slowfood presso alcuni agricoltori. Noi cerchiamo un tecnico. Ho citato l’esperienza pregressa sbagliata. In realtà sono anni che tiro metri di cavi in buche sotterranee e ho montato decine di quadri elettrici in molti condomini dell’Agro Pontino. Fossi stato regolarmente assunto dal vecchio padrone, sarei il candidato perfetto. Conoscendo i contadini, sabato e domenica arrotondavo in campagna. Cosa mi aspetto da questo colloquio? In tutta onesta: un lavoro retribuito in regola con un livello equivalente del contratto collettivo. “Bene”. Male penso io. “Non avendo né esperienza né titolo, qualcosa possiamo comunque offrirgliela. Un bellissimo stage di 3 mesi nel cantiere così potrà farsi le ossa. Pasti pagati e voucher ministeriale”. Stronzo. “Dove devo firmare?”
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