Mentre il soffio caldo del vento di fine Settembre le accarezza e le arruffa i mossi capelli castani,
osserva con scrupolosa dolce premura la sua ombra allungata sulla finissima spiaggia di granelli d’oro.
È silenziosa e assorta dall’immagine di sé prolungata a lei dinnanzi, nel momento stesso in cui percepisce il battito del suo giovane cuore cantare all’unisono con il battito del piccolo cuore appartenete alla bambina che con orgoglio porta in grembo.
Con amorevole tenerezza si accarezza la pancia, Luisa, all’altezza dell’ombelico: punto di incontro e primordiale legame che la tiene stretta alla sua creatura in un abbraccio di vita, vita in potenza, vita che è già in lei e vita che sarà con lei, per la vita! E pensa Luisa…nella sua mente si avvicendando pensieri gioiosi, seguiti da oscuri tormenti, poi ancora immagini felici che a loro volta sono seguite da interrogativi che in quell’istante eterno non trovano, e non possono trovare, risoluzione alcuna.
Pensa che non manca poi così tanto e sarà Madre, ciò che ha sempre desiderato nonostante la sua giovane età. Ma la sua determinazione e il suo altruismo l’hanno da sempre resa una Donna matura di intenti e ricca di Amore genuino da donare incondizionatamente con altruismo, perché lei è la gioia autentica di vita che esperisce nel mondo.
“Ci riuscirò?” Si chiede. “Saprò ascoltarla, seguirla, crescerla e indirizzarla a una esistenza che sia per lei motivo di sorriso e priva di dolorose inquietudini?”
Non trova risposte Luisa.
Le onde del mare, che lambiscono la riva, sembrano essere i suoi pensieri che si rincorrono nella mente e perpetuamente ritornano per poi, subito dopo, riallontanarsi.
Al vento d’Autunno offre i suoi pensieri e volge lo sguardo lontano, oltre l’orizzonte percorrendo gli anni e giungendo al futuro, un futuro tanto incerto quanto ambito…
…nella sua amorevole mano di Mamma una piccola manina aggrappata a lei con fiducia e Amore sobbalza avanti e indietro mentre tutte e due, Madre e figlia, passeggiano allegre e sorridenti lungo il litorale.
Luisa osserva quel mare a cui quattro anni prima aveva affidato i suoi tormenti e oggi, sul suo volto ricoperto di chiare lentiggini e di felicità, ha al suo fianco il dono del suo Amore: una piccola lei che le sorride con ammirazione e con la purezza dei bambini le porge mille curiosi interrogativi volti a scoprire tutto ciò che sussiste e lei, Luisa, è la depositaria del sapere certo, chiaro e inconcusso per la sua creatura, più di ogni altro, più di ogni noto aforisma, più di ogni prezioso testo.
Luisa risponde con il cuore colmo di gioia e torna a pensare.
Può una grande inquietudine impedire una immensa gioia? Può l’incertezza di una incognita precludere la felicità di una vita?
Ne era a conoscenza Luisa, la sua piccola gioia, il suo grande Amore non sarebbe stata come tutte le altre bambine e come tutti gli altri bambini da quando era emerso che la piccola avrebbe avuto un disturbo che l’avrebbe accompagnata per l’intera esistenza, ma Luisa era certa, fin da subito, fin dal suono di quelle brutali parole taglienti come coltelli che feriscono l’anima, che l’errore imperdonabile, il rimpianto più grande, il vuoto abissale sarebbe stato non permettere alla vita nel suo grembo di non aver vita, di non poter essere, di non potersi realizzare nel mondo.
Ed ora eccole qua! Lei seduta sulla spiaggia, ancora un po’ umida, con in braccio il suo più grande tesoro che le cinge il collo con le sue piccole e fragili braccia, fotogramma in bianco e nero di vita perenne.
Dagli abbracci di sua figlia lei riceve rinnovato coraggio, lo stesso che lei le infonde con i suoi.
Ed ha una unica certezza Luisa: non c’è nulla di parimenti prezioso della flebile voce della sua dolce bambina quando pronuncia con stupore “Mamma!” per attirarla a sé o per mostrarle con il ditino puntato in avanti quanta strada dovranno ancora percorrere, insieme, rimanendo in equilibrio grazie all’abbraccio vitale che le lega indissolubilmente nella vita, alla vita, per la vita!
Talvolta anche da adulti ci sentiamo immensamente piccoli perché l’esistenza è un viaggio imprevedibile di cui non si conosce il percorso e la meta è inafferrabile ed evanescente, ma ogni singolo granello di tempo della nostra clessidra vitale è una occasione per oltrepassare noi stessi per diventare adulti in un costante passaggio da potenza ad atto, in un continuo crescere e fortificarsi, in un continuo valicarsi.
Da esseri minoritari diventiamo giganti con l’ausilio delle sole nostre proprie forze, con la prospettiva delle nostre personali ambizioni, con l’intensità dei sentimenti che ci destano e ci rendono esseri unici e irripetibili.
L’ordinario sovverte se stesso e siamo noi a doverne assumere con coraggio il comando, come una nave in balia di una tempesta le cui vele sono dipanate al vento e dunque non resta che remare…ma non è solo grazie a noi stessi che riusciamo ad affrontare il viaggio bensì con la forza dell’amore di chi ci ama e con la forza dell’amore che doniamo per permettere la fioritura di rinnovata origine dall’altra parte dell’inquietudine.
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Molto poetica.
Avere un figlio, diventare madre (di questi tempi) è una scelta coraggiosa.
Commento sulla scrittura.
Premetto che non è il mio genere.
I periodi sono un po’ troppo lunghi per i miei gusti e quindi perdo un po’ il filo della storia, anche se come ho detto all’inzio è più una riflessione poetica che una storia in se per se.
Tre stelle.
PS Credo che lasciare un commento con il motivo della votazione sia fondamentale per il miglioramento continuo.
Gentile @inverosimilmente,
grazie per il Suo cortese voto e per la motivazione apportata.
Apprezzo molto l’annotazione e consiglio di formulare enunciati più brevi per una maggior fruibilità e accessibilità alla comprensione del testo, penso sia vero e La ringrazio molto.
Sulla denominazione “riflessione poetica” mi trova un po’ discordante in quanto penso, forse sbagliando, che come Lei scrive, quella che ho tentato di raccontare (formato del Contest: “racconto breve”) è una “storia” (che personalmente intendo come atto del narrare ai fini di prendere forma) che non vuole assumere denotazioni di “genere” ma rimanere nello spazio fluido dello scrivere inteso come stream of consciousness, almeno in questo breve racconto per il messaggio che desideravo trasmettere: il coraggio valica ogni tormento (come una tempesta di pensieri) e acquisendolo, grazie alla forza che reciprocamente noi esseri umani dovremmo infonderci, possiamo diventare il meglio di noi.
Buona serata.
Ciao @damo87, il tuo racconto è pieno di emozioni variopinte: speranza, inquietudini, coraggio, fiducia, amore. Molto bella l’immagine della donna sul lungomare, prima da sola, poi con la sua bambina: il loro legame irrompe con grande intensità, commuovendo.
Un piccolo appunto sulla forma: le frasi sono un po’ troppo cariche di informazioni, con molti aggettivi che appesantiscono (es. “scrupolosa dolce premura”, “mille curiosi interrogativi volti a…”), arcaismi (es. “non c’è nulla di parimenti prezioso”) e costruzioni tortuose (es. “l’immagine di sé prolungata a lei dinnanzi”) che allontanano un po’ il lettore dalle emozioni descritte.
Rendi il testo più fluido, come le onde del mare, e come le emozioni che è in grado di evocare in chi legge. In ogni caso complimenti, è stata una bella lettura!
A presto
🙂
Gentile Alba Grazioli,
La ringrazio molto per il Suo cortese commento, per i Suoi preziosi consigli e per il Suo gradito complimento di cui sono onorata.
Cercherò di seguire gli “appunti” gentilmente proposti al fine di tentare di migliorare la narrazione e renderla gradevole al lettore senza orpelli ed eccessi, penso sarà un po’ difficile da affrontare come esercizio ma tenterò!
Considero ricevere i commenti e i consigli un valore aggiunto alla possibilità di partecipare ai Contest.
Buona serata.
Bellissima narrazione che fa vibrare le corde dei sentimenti con descrizione e ambientazione in cui tanti possono ritrovarsi. Bella la positività nel vedere come dono e come peculiarità preziosa tutto quello che la vita ci mette davanti ogni giorno trasformato tale dall’amore universale e indissolubile di Mamma. Complimenti vivissimi.
Gentile @Frecciarossa,
La ringrazio molto per il Suo gentilissimo commento ricco di “entusiasmo positivo”!
Mi ha fatto piacere leggere il Suo commento in quanto ha carpito, dalla narrazione che ho cercato di scrivere, il valore immenso che reputo abbiano le Mamme come “primo motore” di ogni atto d’Amore e che esse, ovunque e sempre, ci proteggono con il loro sguardo benevolo che non ci abbandona…
Buona giornata.